Talitha Kum è consapevole degli standard internazionali sulla tratta di persone e riconosce la definizione internazionale di "tratta di persone" contenuta nel Protocollo delle Nazioni Unite per prevenire, sopprimere e punire la tratta di persone, in particolare di donne e bambini, integrando così la Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale, adottata a Palermo nel 2000. A questo proposito, la rete riconosce la complessità a definire i fenomeni multiformi della tratta di persone, dello sfruttamento e della schiavitù moderna.
Talitha Kum considera "schiavitù moderna", "forme moderne di schiavitù", "schiavitù contemporanea" o "forme contemporanee di schiavitù" termini che racchiudono molteplici forme di grave sfruttamento, in particolare la schiavitù e pratiche simili come l'asservimento per debiti, la servitù, il lavoro forzato, i matrimoni infantili - precoci e forzati - e le peggiori forme di lavoro minorile, compreso lo sfruttamento dei bambini soldato.
La rete è consapevole degli standard legali internazionali sui diritti umani, sul lavoro e sull'asilo come rilevanti per il suo lavoro, e in particolare la Convenzione del 1979 sull'eliminazione della discriminazione contro le donne (CEDAW); la Convenzione del 1989 sui diritti del bambino (CRC) e i suoi protocolli facoltativi sulla vendita di bambini, sulla prostituzione minorile, sulla pornografia infantile (CRC-OPSC) e sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati (CRC-OPAC); la Convenzione internazionale del 1965 sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale (ICERD); la Convenzione del 1950 sullo status dei rifugiati e il suo protocollo del 1967; la Convenzione sulla schiavitù del 1926 e la Convenzione supplementare del 1956 sull'abolizione della schiavitù, del commercio di schiavi e delle istituzioni e pratiche simili alla schiavitù; la Convenzione sul lavoro forzato del 1930 N. 29 e il suo protocollo del 2014.
 
Inoltre, nel suo lavoro di cura, guarigione, empowering e rigenerazione delle vittime e dei sopravvissuti, Talitha Kum considera rilevanti i Principi e le Linee guida indicate nel 2002 sui diritti umani e la tratta di esseri umani, la Dichiarazione sull'eliminazione della violenza contro le donne (DEVAW) del 1993, e la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui principi fondamentali di giustizia per le vittime di crimini e abusi di potere del 1985.
Talitha Kum è consapevole degli sforzi in corso verso una governance globale della migrazione e dell'asilo, e riconosce che la cooperazione delle parti interessate (stakeholders)- nel quadro del Global Compact on Safe, Orderly and Regular Migration e del Global Compact on Refugees - include azioni specifiche nel campo della tratta di persone e dello sfruttamento.
Lavorando per la prevenzione della tratta di persone, Talitha Kum considera il suo impegno rilevante per la realizzazione dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e il raggiungimento dei seguenti Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs):
- SDG 5 Uguaglianza di genere, Obiettivo 2, che si sforza di eliminare "tutte le forme di violenza contro tutte le donne e le bambine nella sfera pubblica e privata, compresa la tratta e lo sfruttamento sessuale e di altro tipo"; e Obiettivo 3, che affronta l'eliminazione di pratiche dannose come i matrimoni infantili, precoci e forzati;
- SDG 8 Lavoro dignitoso e crescita economica, Obiettivo 7, che mira a "prendere misure immediate ed efficaci per eliminare il lavoro forzato, porre fine alla schiavitù moderna e alla tratta di persone e garantire il divieto e l'eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile, compreso il reclutamento e l'uso di bambini soldato, ed entro il 2025 porre fine al lavoro minorile in tutte le sue forme";
- -SDG 10 Riduzione delle disuguaglianze, Obiettivo 4, che mira ad adottare "politiche, specialmente fiscali, salariali e di protezione sociale, e a raggiungere progressivamente una maggiore uguaglianza"; e Obiettivo 7, che chiede agli Stati di "facilitare una migrazione e una mobilità ordinata, sicura, regolare e responsabile delle persone, anche attraverso l'attuazione di politiche migratorie pianificate e ben gestite";
- SDG 16 Pace, giustizia e istituzioni forti, Obiettivo 2, che cerca di "porre fine all'abuso, allo sfruttamento, alla tratta e a tutte le forme di violenza contro i bambini e alla tortura dei bambini".
Infine, Talitha Kum riconosce anche la risoluzione 66/290 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 10 settembre 2012, che promuove una comprensione comune del concetto di sicurezza umana includendo: "a) Il diritto delle persone a vivere in libertà e dignità, libere dalla povertà e dalla disperazione. Tutti gli individui, in particolare le persone vulnerabili, hanno diritto alla libertà dalla paura e alla libertà dal bisogno, con un'uguale opportunità di godere di tutti i loro diritti e di sviluppare pienamente il loro potenziale umano; (b) ... risposte esaurienti incentrate sulle persone, specifiche al contesto e orientate alla prevenzione, capaci di rafforzare la protezione e l’empowerment di tutte le persone e di tutte le comunità; (c) riconoscimento delle interconnessioni tra pace, sviluppo e diritti umani, e dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali".
Roma, 25 Nov 2021