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Il ruolo della fede e delle donne nella promozione della pace
Numerosi studi hanno esplorato il ruolo delle donne e della religione nella promozione della pace, in particolare nelle aree soggette a guerre. Per garantire una pace sostenibile tra le comunità colpite dalla guerra, riteniamo che la partecipazione delle donne ai negoziati e ad altri processi di promozione della pace sia fondamentale.
L'Università di Bucarest-Facoltà di Teologia romano-cattolica ha preso l'iniziativa di aprire/stabilire una piattaforma accademica che promuova il dialogo interreligioso, organizzando una conferenza internazionale sul tema "Religione e pace oggi", che si è svolta dal 1° al 3 giugno 2023. La coordinatrice regionale di Talitha Kum per l'Europa, sr. Adina Bălan, CJ ha presentato una relazione che illustra come il tema sopra citato sia fortemente correlato all'argomento della lotta alla tratta di esseri umani.
Partendo dalla riflessione sull'ampia prospettiva del costante incoraggiamento di Papa Francesco a impegnarsi nel dialogo interreligioso, che può portare arricchimento ai partecipanti, diventa evidente che anche le donne dovrebbero essere coinvolte attivamente nelle attività di costruzione della pace. Tenendo conto dell'interconnessione della violenza contro le donne con altre forme di violenza, diventa imperativo che le donne assumano un ruolo guida nei negoziati di pace. La percezione prevalente delle donne come vittime spesso mette in ombra il loro ruolo cruciale di costruttrici di pace nel processo di ricostruzione e promozione della pace. Il coinvolgimento delle donne è stato discreto, inosservato e generalmente informale, il che si può tradurre vagamente in un contributo inestimabile alla costruzione della pace.
Il nuovo documento politico delle Nazioni Unite menzionato da Suor Adina mostra l'ampiezza dell'impatto di genere del conflitto su cibo, energia e finanza che colpisce donne e ragazze in Ucraina e nel mondo. Inoltre, sottolinea l'ampliamento dei divari e delle disuguaglianze di genere preesistenti in tutto il mondo, che si traducono in violenza di genere e in problemi fisici e di salute affrontati da 265.000 donne ucraine incinte, e non solo.
La Rete Talitha Kum, una cauta ma efficace rete di religiose che combattono la tratta di persone a livello globale, fornisce un esempio tangibile di come il dialogo interreligioso possa favorire un'eccezionale collaborazione contro la tratta. Oltre a una breve presentazione della rete, l'autrice si sofferma sul fatto che la maggior parte delle vittime della tratta di persone proviene da comunità vulnerabili e minoranze etniche come i latinoamericani, le comunità indigene negli Stati Uniti, le comunità minoritarie e le vittime della discriminazione razziale in Europa, le donne e i bambini di tutti i gruppi citati. È stato proiettato un breve frammento del documentario "Wells of Hope", che mostra l'eccezionale collaborazione tra i protagonisti, donne appartenenti a minoranze in Libano, Giordania e Siria, che combattono la tratta di esseri umani attraverso la sensibilizzazione, la prevenzione, la difesa, la riabilitazione e l'accompagnamento delle vittime.
Gli obiettivi di Well of Hope sono: Riunire le donne, condividere gli approcci che hanno sviluppato per prevenire la tratta di persone e aiutare i sopravvissuti; identificare collaboratori, risorse, luoghi in cui stabilire il progetto e una serie di incontri per definire e pianificare un'agenda comune contro la tratta di persone; promuovere la fiducia e uno spazio per il dialogo, la riflessione e l'azione tra donne cristiane e musulmane incentrato sulla dignità umana, al fine di prevenire qualsiasi tipo di sfruttamento della vita". Suor Marie Claude Naddaf, RGS - Wells of Hope
Durante la sessione di domande e risposte si è acceso un dibattito intenso e profondo, incentrato sulle condizioni delle donne cristiane e musulmane in Afghanistan, Libia e Ucraina. La discussione si è incentrata sul ruolo dei leader ecclesiastici nel promuovere la costruzione della pace e nel dare alle donne la possibilità di dire la loro verità.
Affrontare la tratta di esseri umani in modo globale, sia con misure preventive che di intervento, può essere collegato alla religione, perché non ci sarà pace finché tutte le nostre sorelle e i nostri fratelli non vivranno una vita dignitosa con libertà, giustizia e verità.
Per Suor Adina Bălan, CJ
Coordinatrice regionale di Talitha Kum per l'Europa
28 Giugno 2023