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Seminario Latinoamericano su Migrazioni, Rifugio e tratta di persone. Tegucigalpa, Honduras dal 14 al 17 Settembre 2016
Sr. Roselei Bertoldo, icm ha rappresentato la Rete Um Grito pela Vida, membro di Talitha Kum al Seminario Latinoamericano su Migrazioni, Rifugio e Tratta di persone. Questo è quanto ci ha condiviso:
Il Diipartimento di Giustizia Sociale del Consiglio Episcopale Latino Americano (CELAM) realizzò dal 14 al 17 settembre 2016 in Honduras, nella città di Tegucigalpa, il “Seminario Latinoamericano su Migrazioni, Rifugio e Tratta di persone.
Hanno partecipato del seminario rappresentanti di 22 paesi dell’America Latina e Caraibi, Vescovi, segretari nazionali delle pastorali sociali, Caritas e rappresentanti del settore Mobilità Umana, della Rete Um Grito pela Vida, di congregazioni religiose e diversi organismi ecclesiali che sono impegnati con migranti, rifugiati e con le vittime della tratta di persone.
Gli obiettivi erano:
- Denunciare profeticamente la grave situazione delle violazioni dei diritti umani di cui soffrono i migranti e i rifugiati nel continente Latinoamericano, dandone visibilità.
- Riflettere alla luce della dottrina sociale della Chiesa e del Magistero di Papa Francesco, sulla realtà dei migranti, dei rifugiati e delle persone vittime delle nuove schiavitù e della tratta di persone in America Latina e nei Caraibi.
- Promuovere la formazione della Rete CLAMOR, rete latinoamericana della Mobilità Umana e Rifugiati, come spazio di articolazione e comunicazioni tra le organizzazioni ecclesiali che sono impegnate con persone in situazione di mobilità.
La metodologia usata nel seminario è stata “Vedere, Giudicare e Agire”.
Nel “Guardare” alla realtà ci siamo confrontati con tre esperienze di vita. Persone che soffrono la violenza del crimine della tratta di persone, una rifugiata e un migrante ritornato al suo paese.
Esperienze dure, segnate da ogni tipo di violenza, disumanizzante, che lasciano profonde ferite per tutta la vita. Persone che hanno ricostruito la loro vita e oggi collaborano nella prevenzione insieme ad altri migranti, cercando di fare la differenza nel contesto sociale.
I dati sono allarmanti: persone migranti, rifugiati, deportati, principalmente nel centro America persone, famiglie intere sono obbligate a migrare alla ricerca di condizioni di vita migliore, lontano dalla propria patria che soffre per situazioni di estrema miseria, fame e violenza provocata da gruppi armati.
Il secondo e il terzo giorno del seminario è stato proposto uno sguardo sulla realtà “illuminato” dalla Dottrina Sociale della Chiesa e gli scritti di Papa Francesco sul tema di migrazioni e tratta di persone. Questo ci ha animati a continuare con rinnovato ardore la missione di difendere la vita, specialmente delle persone vittimizzate dai trafficanti di persone nelle diverse forme di schiavitù di cui soffre l’intera umanità in situazioni diverse.
L’ultimo giorno è stato dedicato alle azioni, esperienze che hanno dato esiti positive nell’accompagnamento di vittime della tratta di persone, rifugiati e migranti ritornati.
La Rete Um Grito pela Vida ha condiviso il proprio lavoro svolto in Brasile, mettendo in evidenza la metodologia sviluppata nella regione Nord del Brasile, specificamente in Amazzonia, nell’area della prevenzione, formazione di leaders, advocacy e accompagnamento alle persone vittime della tratta di persone.
Come impegno si è proposta la creazione della rete CLAMOR, la rete latinoamericana della Mobilità Umana, Rifugio e Tratta di perone come spazio di articolazione e comunicazione tra le diverse organizzazioni impegnate con persone in situazione di migrazione, rifugio e tratta di persone.
I flussi migratori sono in crescente aumento in tutti i continenti: le persone lasciano la propria terra alla ricerca di condizioni di vita migliore, sono facili prede delle reti criminali, soffrono ogni forma di violenza, la povertà dell’abbandono della propria terra di origine, soffrono nelle mani dei “coiotes” e sono oltraggiati dai trafficanti di persone mentre sono in viaggio verso il sognato futuro migliore. Quelli che sopravvivono a tanti abusi cercano di ricostruire la propria vita. Molte di queste persone arrivano fino a noi chiedendo aiuto e questo ci sfida ad essere solidali, promotori dei diritti inviolabili di ogni persona e a ricostruire vite ferite.